Venerdì sono stati firmati i Decreti sulle Rinnovabili e V Conto Energia con ulteriori sorprese per il settore delle energie Rinnovabili ed in particolare per quello del Solare Fotovoltaico.
Il comparto - rimasto palesemente inascoltato - aveva riposto le
ultime razionali speranze nell’accoglimento delle richieste delle
Regioni. Istanze – come dimostrato i testi firmati dai titolari dei
dicasteri – rimaste ineusaudite. Dalle richieste avanzate dalla
Conferenza Stato-Regioni sembrano essere scaturiti alcuni aggiustamenti
peggiorativi anche rispetto alle bozze circolate lo scorso aprile.
Le tariffe sono addirittura state
ulteriormente ridotte. Gli operatori affronteranno una decurtazione del
50% rispetto a quanto si prospettava con il Quarto Conto Energia che
sarebbe dovuto rimanere valido sino al 2016. Ma il problema per la
filiera industriale delle energie rinnovabili non si ferma qui.
Basta leggere le regole di accesso alle tariffe con il Registro
obbligatorio, (salvo alcuni casi particolari), per impianti fotovoltaici
di potenza superiore ai 12 kW, per capire che le intenzioni "di
semplificazione" burocratica, espresse nello stesso Decreto, risultano
ampiamente smentite. Il GSE sarà nuovamente sommerso da migliaia di richieste per piccoli impianti fotovoltaici
: tutto il settore delle piccole e medie aziende, che stavano valutando
la realizzazione di un impianto o di valorizzare le proprie coperture,
si troveranno ben poche banche disposte a finanziarle.
L'intera struttura del Decreto
genera incertezza sul risultato finale sia per l’accesso alle tariffe
che per la dimensione della stessa. Gli impianti si potranno realizzare
con capitali propri, ma il debito bancario dovrà aspettare la firma
della Convenzione con il GSE con le tempistiche conseguenti e questo sarà purtroppo, l'unico modo per avere certezza dei ricavi futuri.
Capitolo a parte meritano le norme per i grandi impianti fotovoltaici.
In particolare per quelli di potenza superiore ad 1 MW: una "grid
parity obbligata" con la scelta forzata di ricavare il corrispondente
valore del "prezzo zonale orario" al posto della tariffa onnicomprensiva
dal GSE, soprattutto nelle regioni del sud. Una norma che vedrà ulteriormente appesantito il GSE
(che tra l'altro riceverà un contributo dai soggetti promotori che
faranno richiesta di iscrizione al Registro) e che creerà ulteriore
incertezza nella pur bassa redditività degli investimenti.
Se si fosse voluto favorire lo
sviluppo di un mercato senza incentivi si sarebbe dovuto necessariamente
accompagnare queste misure con una profonda ristrutturazione del
mercato elettrico italiano, riconoscendo per tempo che è in atto su
questo mercato, una profonda trasformazione per effetto dello sviluppo
sia del fotovoltaico, sia delle altre energie rinnovabili.
Fonte: Qualeenergia.it
Ufficio Stampa : S&Q
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