Da Ottobre scatta la terza riduzione delle bollette del Gas che porterà a fine anno a un ribasso complessivo di oltre il 7% rispetto ad aprile, con un risparmio di circa 90 euro in nove mesi per la famiglia-tipo.
La Notizia riportata sul sito dell' Ansa sarà sicuramente apprezzata da molti italiani, che spesso si sono trovati a dover pagare bollette altissime.
C'è inoltre da sottolineare lo svincolamento dei prezzi del gas da quelli del petrolio: da ottobre per gli aggiornamenti non si ricorrerà più ai contratti di lungo periodo indicizzati al greggio, ma la definizione della tariffa del gas farà riferimento solo ai prezzi spot del mercato all'ingrosso, oggi più favorevoli.
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Ufficio Relazioni Esterne S&Q
martedì 24 settembre 2013
mercoledì 18 settembre 2013
COSTA CONCORDIA: IMPATTO AMBIENTALE AZZERATO
La Costa Concordia è tornata
in assetto verticale 20 mesi dopo il naufragio della nave avvenuto nella notte tra il 13 e il 14
gennaio 2012.
Da quella sera –
quando si inclinò a causa dell’urto contro uno scoglio – la nave da crociera
era rimasta adagiata su un fianco all’imboccatura del porto dell’Isola del
Giglio. La notte scorsa, poco dopo le 4, l’annuncio che ha fatto
esplodere di gioia gli abitanti, ma anche i tanti tecnici che hanno lavorato per
circa 20 ore (e nelle
settimane precedenti) per arrivare a questo risultato che è il primo – e il più
delicato – prima della definitiva rimozione della Concordia, che non avverrà
prima della primavera del 2014. Il prossimo passo è metterla in sicurezza, per
permettere ai tecnici di entrarvi e iniziare i lavori, anche se la priorità è
la ricerca dei due corpi ancora dispersi. “Siamo riusciti a ottenere il
risultato migliore possibile”, ha detto il direttore delle operazioni del
progetto di rotazione della Costa Concordia Nick
Sloane.
Il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando ha così
commentato il recupero della Concordia "l'intervento ha quasi
azzerato l'impatto sul contesto ambientale"."Sono molto soddisfatto
da tutti i punti di vista, in particolare da quello ambientale perché il danno
è stato contenuto a quello che la nave provocò con l'impatto e non se ne sono
aggiunti degli altri. Non era affatto un risultato scontato". Così
Parlando poi in conferenza stampa con il premier Enrico Letta e il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, il ministro ha spiegato che "la qualità delle acque è rimasta immutata" dopo che c'è stato "un costante monitoraggio". Dopo il recupero della nave, "oggi affrontiamo fasi altrettanto difficili. E' giusto essere orgogliosi ed è giusto che il pensiero vada ai due corpi intrappolati" nella nave, ha aggiunto Orlando rimarcando come il successo dell'operazione non sia stato il frutto della "capacità di improvvisazione" bensì di "un grandissimo lavoro di squadra e della capacità di prevenzione, tutte cose che mancano in tante vicende del nostro Paese".
Il ministro ha poi fatto cenno alle prossime fasi del recupero della Concordia, sottolineando come "avendo fatto la prima prova di resistenza della nave", sia possibile affrontare le successive tappe "con relativa sicurezza". "Oggi ci sono le condizioni per pensare alla nuova fase che è quella del ripristino della nave per metterla nelle condizioni di essere spostata poi con la buona stagione in primavera".
Il ministro ha infine ringraziato tutte le persone coinvolte nell'intervento, incluse le "maestranze. Là sopra c'era un cantiere da 500 persone che in tutti questi mesi ha lavorato".
Quindi, ha detto Orlando, "non la scambiamo per una manifestazione del genio italico legato all'improvvisazione.
Questa operazione è il frutto di mesi e mesi di studio e ricerca. C'è stato lavoro di squadra".
Parlando poi in conferenza stampa con il premier Enrico Letta e il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, il ministro ha spiegato che "la qualità delle acque è rimasta immutata" dopo che c'è stato "un costante monitoraggio". Dopo il recupero della nave, "oggi affrontiamo fasi altrettanto difficili. E' giusto essere orgogliosi ed è giusto che il pensiero vada ai due corpi intrappolati" nella nave, ha aggiunto Orlando rimarcando come il successo dell'operazione non sia stato il frutto della "capacità di improvvisazione" bensì di "un grandissimo lavoro di squadra e della capacità di prevenzione, tutte cose che mancano in tante vicende del nostro Paese".
Il ministro ha poi fatto cenno alle prossime fasi del recupero della Concordia, sottolineando come "avendo fatto la prima prova di resistenza della nave", sia possibile affrontare le successive tappe "con relativa sicurezza". "Oggi ci sono le condizioni per pensare alla nuova fase che è quella del ripristino della nave per metterla nelle condizioni di essere spostata poi con la buona stagione in primavera".
Il ministro ha infine ringraziato tutte le persone coinvolte nell'intervento, incluse le "maestranze. Là sopra c'era un cantiere da 500 persone che in tutti questi mesi ha lavorato".
Quindi, ha detto Orlando, "non la scambiamo per una manifestazione del genio italico legato all'improvvisazione.
Questa operazione è il frutto di mesi e mesi di studio e ricerca. C'è stato lavoro di squadra".
Concludiamo riportando i numeri dell'operazione, così come emergono dalla lettura di un articolo pubblicato su Giornalettismo.com :
450 milioni di euro per metterla in mare e
più di 600 milioni per tirarcela fuori: ecco gli ultimi
numeri della Costa Concordia, costata al costruttore quasi mezzo miliardo di euro nel
2006 e più di mezzo miliardo per farla riemergere.
Fonti:
Ansa.it
Ufficio Stampa: S&Q
mercoledì 11 settembre 2013
Fotovoltaico VS Energie Fossili
Riportiamo di seguito un articolo molto interessante realizzato da Daniela Di Pietro, nostra lettrice :
L’energia
fotovoltaica ha messo ormai sotto scacco le fonti fossili tradizionali,
anche senza il supporto degli incentivi statali. Questo é un dato di fatto, sia
dal punto di vista economico che sotto il profilo dello stile di vita.
Iniziamo con il dire che il prezzo dell’energia prodotta con i pannelli fotovoltaici é ormai
pari a quello dell’energia generata con fonti fossili, e questo
senza incentivi statali. Infatti stante lo sviluppo tecnologico degli ultimi
anni che ha visto l’efficienza dei pannelli in netto miglioramento, gli
impianti fotovoltaici di medie e grandi dimensioni in costruzione nel meridione
d’Europa già prevedono la produzione di energia pulita a un costo di 36 centesimi al Watt, pari a
quello delle energie fossili. Inoltre stime recenti sostengono che per il 2017
tale obbiettivo sarà realtà anche sui piccoli impianti domestici.
Sotto il profilo occupazionale, ovvero per quanto attiene
la creazione di posti di lavoro, l’energia fotovoltaica paragonata a quella
fossile é in netto vantaggio. Se prendiamo ad esempio il mercato americano e
confrontiamo l’industria fotovoltaica con quella delle energie fossili
scopriamo che la prima ha creato posti di lavoro in misura dieci volte superiore rispetto la seconda.
Se guardiamo all’Italia, notiamo come il boom del fotovoltaico sia stato un
traino per tutto il settore riguardante impiantisti, installatori e ingegneri
con una stima di oltre 100.000 posti di lavoro collegati con l’energia solare.
Non solo, il tasso di crescita dell’industria fotovoltaica
non ha paragoni con altri segmenti economici. Basti pensare che negli Stati
Uniti ogni 4 minuti viene installato un nuovo impianto fotovoltaico e che
praticamente tutta la nuova energia prodotta deriva da nuove installazioni
fotovoltaiche e non da nuove centrali tradizionali. Nessuna altra industria al momento sta
crescendo come quella fotovoltaica.
Proprio per questo la capacità di attrarre investimenti da
parte dell’industria fotovoltaica é in continua ascesa. Nomi celebri della
finanza internazionale, infatti, stanno investendo in questo settore: un nome
fra i tanti é Warren Buffer
che ha investito 2.5 miliardi di dollari in un recente acquisto di parchi
fotovoltaici.
Infine ovviamente non possiamo non guardare ai benefici ambientali che
l’industria fotovoltaica possiede che quella energetica tradizionale, anche
quelle considerate meno inquinanti, non possiede. Infatti, senza pensare al
petrolio, l’estrazione del carbone inquina falde acquifere e fiumi e durante la
combustione lo stesso emette CO2, metalli pesanti, particolato e ossidi vari.
L’estrazione del gas naturale provoca terremoti e danneggia le falde acquifere,
senza considerare che spesso i giacimenti hanno perdite di metano che provocano
ripercussioni sull’effetto serra. I pannelli fotovoltaici, invece, una volta
prodotti non inquinano
per produrre energia elettrica e, secondo stime della Stanford University, per
il 2020 saranno addirittura a bilancio energetico positivo, ovvero la
produzione di un pannello fotovoltaico consumerà meno energia di quanta lo
stesso produrrà nel corso della sua vita utile.
venerdì 6 settembre 2013
ZANONATO SMORSA LE POLEMICHE CON UN TWEET
Riportiamo quanto di seguito rilevato dalla
lettura del sito http://energia24club.it , in merito alla notizia comparsa qualche giorno fà
che ha creato non poche reazioni nel mondo delle rinnovabili.
Con un Tweet sul suo profilo ufficiale, il ministro dello Sviluppo
economico, Flavio Zanonato, ha cercato di smorzare le polemiche scaturite dalle
sue parole dei giorni scorsi. «Impressiona vedere quanti parlano di riduzione
della bolletta elettrica senza la fatica di informarsi. Non verranno toccati gli
incentivi!», ha scritto il ministro. Sembra quindi scongiurata l'ipotesi che
l'annunciato intervento sugli incentivi alle rinnovabili finisca per
interessare direttamente i produttori di energia dagli impianti, che temevano
di veder spalmati i sussidi già riconosciuti su più anni (da 20 a 30), con
conseguenze rilevanti sui piani di investimento.
Interpretando il tweet del ministro, dunque, sembra probabile che l'operazione si risolva in un'emissione di bond per limitare l'impatto diretto degli incentivi sulle bollette elettriche degli italiani. Un provvedimento di questo tipo non dispiacerebbe ad AssoRinnovabili, che si è detta «favorevole all'operazione di cartolarizzazione degli incentivi alle rinnovabili che ha lo scopo di diminuire il carico di oneri sulla componente A3, e quindi di far diminuire il costo dell'energia elettrica senza che vi siano negative ed ingiuste conseguenze per i produttori».
Più prudente, invece, la posizione espressa dal Comito Ifi, l'associazione che rappresenta l'industria italiana del fotovoltaico. «Concordiamo anche con la posizione espressa dal Gifi, tramite il suo presidente, Cremona, in merito alla necessità che il ministro Zanonato inizi un confronto aperto con le associazioni di settore e con tutti gli operatori coinvolti, per illustrare il percorso tecnico-finanziario che intende intraprendere per una riorganizzazione ottimale del debito - ha dichiarato il presidente di Ifi, Alessandro Cremonesi -. Senza questa apertura da parte del ministro tutto il sistema tende a entrare in una ulteriore tensione, sconcerto, incertezza, un loop negativo dal quale peraltro non è mai uscito negli ultimi cinque anni, a causa degli innumerevoli cambi normativi che hanno finito per causare crolli degli investimenti nel fotovoltaico e perdita di sicurezza e credibilità nei piccoli risparmiatori, preziosi utenti potenziali di piccoli impianti».
Interpretando il tweet del ministro, dunque, sembra probabile che l'operazione si risolva in un'emissione di bond per limitare l'impatto diretto degli incentivi sulle bollette elettriche degli italiani. Un provvedimento di questo tipo non dispiacerebbe ad AssoRinnovabili, che si è detta «favorevole all'operazione di cartolarizzazione degli incentivi alle rinnovabili che ha lo scopo di diminuire il carico di oneri sulla componente A3, e quindi di far diminuire il costo dell'energia elettrica senza che vi siano negative ed ingiuste conseguenze per i produttori».
Più prudente, invece, la posizione espressa dal Comito Ifi, l'associazione che rappresenta l'industria italiana del fotovoltaico. «Concordiamo anche con la posizione espressa dal Gifi, tramite il suo presidente, Cremona, in merito alla necessità che il ministro Zanonato inizi un confronto aperto con le associazioni di settore e con tutti gli operatori coinvolti, per illustrare il percorso tecnico-finanziario che intende intraprendere per una riorganizzazione ottimale del debito - ha dichiarato il presidente di Ifi, Alessandro Cremonesi -. Senza questa apertura da parte del ministro tutto il sistema tende a entrare in una ulteriore tensione, sconcerto, incertezza, un loop negativo dal quale peraltro non è mai uscito negli ultimi cinque anni, a causa degli innumerevoli cambi normativi che hanno finito per causare crolli degli investimenti nel fotovoltaico e perdita di sicurezza e credibilità nei piccoli risparmiatori, preziosi utenti potenziali di piccoli impianti».
Rielaborazione: S&Q
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lunedì 2 settembre 2013
IL FOTOVOLTAICO NELLA TERRA DEI CANGURI
C’è un paese famoso sopratutto per i canguri ed i Koala dove la penetrazione del fotovoltaico è molto alta, l’equivalente per noi dell’avere 2,3 milioni di impianti
fotovoltaici sui tetti.
Come avrete capito si tratta dell’Australia, uno dei massimi esportatori al
mondo di combustibili fossili, ma anche uno di quelli dove la grande abbondanza
di sole, vento e spazi desertici, dà all’energia solare ed eolica le più
promettenti chance di diventare competitive con le fonti energetiche
tradizionali, tanto che l’Università di Melbourne, l’autunno scorso, ha
presentato una sorta di road map per rendere del tutto sostenibile la
produzione energetica australiana entro pochi decenni.
In Australia è in corso una “rivoluzione energetica
silenziosa”, con l’11% della popolazione nazionale che già utilizza sistemi
fotovoltaici per l’alimentazione elettrica delle proprie case. Per adesso oltre
la metà degli impianti fotovoltaici è stato installato sui tetti di case
rurali, ma ora si stanno diffondendo anche nei sobborghi delle città, e, via
via che il costo diminuisce, rendendoli sempre più competitivi nonostante il
basso costo dell’elettricità del paese, si prevede che conquisteranno anche le
aree urbane.
In Australia inoltre, è partito il più grande progetto fotovoltaico del sud del pianeta. Lo ha comunicato l’ARENA, l’agenzia energetica australiana
confermando di aver ottenuto il finanziamento sperato e di aver appreso così il
via libera del governo alla costruzione nel Nuovo Galles del Sud di un impianto
fotovoltaico da 155 MW.
Il progetto dovrebbe svilupparsi suddividendo la potenza in
due diversi impianti: una centrale da 102 MW a Nyngan e un impianto da 53 MW a
Broken Hill.
ARENA per i progetti fornirà 166,7 milioni di dollarimentre il governo
supporterà l’iniziativa investendo 64,9 mln per dare avvio ai lavori nel
prossimo gennaio per l’impianti più grande mentre a luglio per la centrale da
53 MW. Entrambi i progetti dovrebbero essere completi dal 2015 e riuscire a
produrre abbastanza energia per le necessità di 50mila abitazioni.
L’Australia ha il più alto irraggiamento solare medio per
metro quadrato di ogni altro continente del mondo e dovremmo approfittare di
questo bene naturale” ha detto Butler. ”Questo progetto è 15 volte più grande
di qualsiasi altra stazione di energia solare in Australia, e rappresenta un
grande passo avanti per rendere solare una parte enorme del mix energetico
dell’Australia”.
Fonti: Qual'Energia - Rinnovabili.it
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