Gli impianti residenziali (3-4,5-6-10 kw) non sono stati penalizzati dal nuovo regime incentivante, visto che sono esonerati dal famigerato registro
che scatta solo sopra i 12 kWp (o 20 kWp con tariffa decurtata del
20%).
I Piccoli impianti in Italia hanno dimostrato una discreta
diffusione: se a livello di potenza installata la maggior parte (circa
11,5 GW su 14) viene da impianti sopra i 50 kW, per numerosità, sui
quasi 400mila impianti FV italiani, circa 350mila sono impianti sotto ai
20 kWp.
UN ESEMPIO
Prendiamo il caso di un impainto da 3 kWp, che entri in esercizio nel primo semestre di applicazione del
quinto conto energia, ossia entro il 31 dicembre 2012.
Abbiamo
considerato che abbia un costo chiavi in mano (Iva inclusa) di 2.800 €/kWp;
che sia realizzato con tecnologia “made in Europe”, riuscendo dunque ad
accedere al premio relativo sulla tariffa, pari a 2 centesimi di euro
per kWh. Per un impianto con componenti made in Europe il prezzo
ipotizzato è nella parte bassa del range di prezzi attuali, ma abbiamo
voluto usare questo dato "ottimistico" pensando alla diminuzione dei
prezzi in corso che verosimilmente accelelererà nei mesi successivi.
L’impianto è orientato perfettamente a sud con un'inclinazione di 20 gradi.
Consideriamo tre località di installazione per avere un'idea di come cambia la resa economica con la producibilità: Milano, Roma e Palermo.
Come
sappiamo, il nuovo conto energia prevede due distinte tariffe
incentivanti: una applicata solo all'energia immessa in rete, la tariffa omnicomprensiva, l'altra solo all'energia autoconsumata, il premio autoconsumo.
Nel nostro caso la tariffa omnicomprensiva con il Quinto conto sarebbe di 208
€/MWh, che diventano 228 con il premio sul “made in Europe”, mentre il
premio per l'autoconsumo sarebbe 126 €/MWh che diventano 146 con il
premio.
Condierando che una famiglia media consuma2.700
kWh (nel primo anno il prezzo del kWh preso dalla rete è stimato in 0,18
€).
I RISULTATI.
Milano
si ha una produzione annua (media su 20 anni) di 3.050 kWh, con il
quarto conto energia in 20 anni prenderemmo circa 16.906 € di
incentivi, con il quinto invece l'incasso per incentivi (mettendoci
dentro sia la tariffa omnicomprensiva e il premio autoconsumo) è di 11.407 €.
In questo modo i tempi di rientro dell'investimento – 8.400 € che qui
abbiamo ipotizzato siano capitale proprio – salgono dai 7 anni del
quarto conto energia a 11 con il quinto.
Allo stesso modo il valore
attuale netto per i 25 anni di vita dell’impianto con il quarto conto
energia ammonta a 24.549 euro, mentre con il quinto conto quinto energia
è meno della metà: 10.336 euro.
Roma
dove con il IV CE l'impianto si ripagherebbe in 6 anni, con i nuovi
incentivi si ripaga in 9 e il guadagno netto attualizzato su 25 anni
diventa di 14.536 euro contro i 31.567 del quarto conto energia.
Sotto i dettagli dell'OPERAZIONE:
Palermo
il tempo di rientro dell'investimento del nostro impianto da 3 kW sale
da 5 a 8 anni e il guadagno netto su 25 anni scende da € 36.066 a
17.228.
Insomma, il fotovoltaico alle
famiglie italiane conviene ancora. Più attraenti potranno essere i
conti se il prezzo degli impianti continuerà a diminuire e se la quota di autoconsumo è più elevata
(premio autocunsumo + costo elettricità dalla rete maggiore della
tariffa ominicomprensiva); questa infatti è la strada per massimizzare
la convenienza di un impianto.
Con i prezzi attuali e un autoconsumo del
50% però, come abbiamo visto, i guadagni tendono a dimezzarsi rispetto
al quarto conto energia. Un colpo piuttosto duro, soprattutto se si
pensa che questa tipologia di impianti è quella tra le meno penalizzate
dal nuovo conto energia.
Fonte: Quale Energia
Rielaborazione: Ufficio Stampa S&Q spa
Fonte: Quale Energia
Rielaborazione: Ufficio Stampa S&Q spa
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