Cerchiamo con questo articolo di rispondere a molte
richieste che ci arrivano circa impianti eolici off shore, in Italia e nel
mondo.
DEFINIZIONE
Eolico Offshore è
la definizione data per quegli impianti eolici installati a diverse miglia
dalle coste per sfruttare l’esposizione alle correnti, sicuramente maggiori e
più forti rispetto a quelle presenti sulla terra ferma.
L'energia eolica è la conversione dell'energia del vento in una forma utilizzabile di energia,
generalmente grazie all'utilizzo di aerogeneratori che producono energia
elettrica.
Grandi parchi eolici sono costituiti da centinaia di singoli
aerogeneratori collegati alla rete di trasmissione di energia elettrica
L'eolico off-shore è più stabile, fornisce più energia e possiede un minor
impatto visivo, tuttavia i costi di realizzazione e manutenzione sono
notevolmente più alti.
EOLICO OFF SHORE IN
ITALIA
Anche se i mari del Nord e in generale gli oceani
beneficiano di un maggiore disponibilità eolica, tuttavia anche il nostro paese
ha un interessante potenziale.
In totale, l'Italia dispone di ben 11.686 km² di superficie marina adatta all'eolico offshore; le zone ideali sono soprattutto quelle dell'Italia centro-meridionale, con in testa la Puglia.
In totale, l'Italia dispone di ben 11.686 km² di superficie marina adatta all'eolico offshore; le zone ideali sono soprattutto quelle dell'Italia centro-meridionale, con in testa la Puglia.
Nonostante questo però l’eolico offshore raramente ha
conquistato gli onori della cronaca verde in Italia, anche perchè ci sono rilevanti
difficoltà soprattutto ai costi elevati d’investimento (e la stretta al credito
dovuta alla recessione economica peggiora la situazione) e alla mancanza di
collegamenti sottomarini in alta tensione con cui unire le turbine alla
terraferma.
OFFSHORE IN EUROPA
OFFSHORE IN EUROPA
Il 2013 è iniziato
bene per l'eolico off-shore europeo: nei primi 6 mesi si è già installato oltre
1 GW di potenza, circa il doppio rispetto allo stesso periodo del
2012 e quasi quanto si è realizzato nell'intero anno passato. Ma dal
punto di vista finanziario le difficoltà non mancano e l'incertezza normativa
non aiuta.Il dato, sintetizzato dal grafico sotto, arriva dall'ultimo report
semestrale dell'EWEA, l'associazione europea dell'eolico (vedi allegato in
basso). Dal 1 gennaio al 30 giugno si sono installate 277 nuove
turbine in mare, per 1.045 MW di potenza. E' appunto circa il doppio
rispetto al primo semestre 2012, quando le installazioni erano arrivate a 523,2
MW.
A incidere sono
soprattutto le installazioni britanniche: con 146 turbine il Regno
Unitoin 6 mesi ha connesso 514 MW di nuova potenza; gran
parte sono le turbine del parco eolico in mare più grande del mondo, il London
Array, inaugurato da poco. Altri 98 aerogeneratori per una potenza di 353
MW sono stati installati in Danimarca, mentre l'altro paese che più
puntando sull'eolico offshore, la Germania, ha connesso 21 turbine
per 105 MW di potenza.
Tra i produttori, Siemens resta
il maggiore: l'83% delle macchine installate in questi 6 mesi è uscito dai suoi
stabilimenti. Bard ha una quota del 7% su queste nuove
installazioni e RE Power il rimanente 7%. Per quel che
riguarda gli sviluppatori, Dong è il più importante con il 40% delle nuove
installazioni, segue E-On con l'11% e il fondo pensionistico danese con
il 10%.
OFFSHORE NEL MONDO
L’eolico diede prova di forza in Giappone, quando lo tsunami
del marzo 2011 causò un lungo black out e danni ingenti anche alle
infrastrutture energetiche. Dopo il passaggio dell’onda a resistere e
continuare a produrre energia fu proprio un impianto eolico e forte di questo
esempio il Giappone ci riprova e avvia un nuovo parco offshore a 20 chilometri
di distanza dalla costa di Fukushima.
La fattoria del vento
di Fukushima Dai-Ichi punta ad ottenere un Gigawatt di potenza istallata
sfruttando le 143 turbine, istallate dove il mare è profondo ben 120 metri, che
ridaranno energia ad una delle aree maggiormente danneggiate dall’onda
devastatrice.
Il progetto oltre che dare energia al paese punta a
contribuire all’abbandono progressivo del consumo di combustibili fossili e
ridurre di conseguenza il rischio di nuovi incidenti nucleari e abbassare al
contempo la quantità di emissioni inquinanti prodotte e rilasciate.
Dopo il disastro tutti i 50 reattori giapponesi sono sotto
controllo e seguono la nuova normativa con la prospettiva di riavviare presto
almeno 14 dei reattori chiusi a seguito dell’incidente. “Ci stiamo muovendo un
passo alla volta. Questo parco eolico è un simbolo del nostro futuro”, ha detto
Yuhei Sato, governatore della prefettura di Fukushima.
Il Giappone sta portando avanti importanti investimenti che
nel campo delle rinnovabili e sta dando spazio alla ricerca nel campo
dell’eolico galleggiante per sfruttare le acque profonde che lo circondano visto
che le turbine senza fondamenta sono la migliore soluzione per le
caratteristiche del mare giapponese.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.sqingegneria.com
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