L'Autorità per
l'Energia nel Dco 488/2013/R/eel, messo in consultazione la settimana
scorsa annuncia modifiche allo
scambio sul posto. Per gli
impianti fotovoltaici tra i 20 e i 200 kW si stralcia di fatto la cumulabilità
con gli incentivi e si aumenta l'incertezza nei business plan delle
installazioni non incentivate.
Come si legge nel documento questo per “evitare che, nell’ambito dello scambio sul posto, continuino ad essere
restituiti gli oneri generali di sistema nel caso di iniziative per cui i
ricavi medi totali (al netto dell’effetto dello scambio sul posto) già superano
i costi medi totali di produzione comprensivi di un’adeguata remunerazione del
capitale investito
In sintesi quello che
si propone l’Autorità per l’energia è che l’autoconsumo, ossia una delle peculiarità della generazione
distribuita, debba essere limato in
maniera sostanziale affinché si vada a “un’adeguata remunerazione del capitale
investito” che oggi appare quindi secondo l’Autorità eccessivo.
Il target che sarebbe
maggiormente colpito da questo provvedimento colpito sono famiglie, Pmi,
aziende agricole, terziario ed enti pubblici tutti soggetti che stanno già
subendo i morsi della crisi, ma che secondo l’Autorità sono dei “privilegiati”.
Si tratta infine di una
modifica che fa andare in salita, con aumento dei tempi di ritorno
sull’investimento gli impianti esistenti ammessi a incentivazione ma crea un quadro d’ulteriore incertezza sul
futuro delle rinnovabili e della generazione distribuita. La non restituzione di una parte, o tutti, gli
oneri di sistema, infatti, renderà più difficile il raggiungimento
della grid parity, poiché le rinnovabili dovrebbero vedersela, a questo
punto, con una grid parity sul lato produzione e non su quello
utenza, cosa che ne allungherebbe il raggiungimento nel tempo e potrebbe
metterne in serio dubbio lo sviluppo della generazione distribuita.
FONTI: QUALENERGIA
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