mercoledì 30 novembre 2011

LA CARICA DELLE PICCOLE IMPRESE NEL MERCATO RINNOVABILI

Non ci sono solo colossi sul fronte dell'energia verde. Anzi. E' la carica delle piccole e medie imprese che sta mettendo il turbo all'industria italiana delle rinnovabili. Dallo studio "Green Economy on Capital Markets 2011" emerge che le 13 piccole società italiane quotate hanno battuto nel 2010 le 112 di pari grado in Francia, Germania e Regno Unito sia come ricavi - con un progresso medio del 35% contro il 25% - ma soprattutto come margini, con un +100% contro il +16% delle estere."Dall'analisi è emersa una sostanziale avanzata delle piccole in tutta Europa, ma in particolare sul mercato italiano, in prospettiva, lo sviluppo strategico di queste società avverrà prevalentemente attraverso la diversificazione geografica in Est Europa o nei Paesi emergenti, la realizzazione di partnership strategiche per integrazione verticale, le acquisizioni e l'estensione in business green contigui",
Il potenziale di crescita di queste società è ancora vasto, sia dal punto di vista dei ricavi che dell'occupazione: nello studio "Green Employment e Sviluppo delle Rinnovabili", si prevede che il comparto superi i 100mila addetti nel 2020 e possa generare un monte stipendi fino a 2,6 miliardi di euro all'anno. Lo studio che mette un po' d'ordine fra tutte le analisi nel controverso settore dei green jobs (definizione dal perimetro assai variabile), prevede 41.600 posti di lavoro nel fotovoltaico, 28.250 nell'eolico, 26.400 nelle biomasse e 5.400 nel mini-idroelettrico, oltre a 800 lavoratori verdi nel geotermico.
Le incognite per il settore, tuttavia, restano ampie. 
Da oltre sei mesi gli operatori sono in attesa dei decreti attuativi sulle norme di recepimento della direttiva europea per le fonti rinnovabili, promessi dal governo in settembre, poi in novembre e adesso, forse, entro fine anno.
L'incertezza normativa è quasi peggio di un taglio degli incentivi, perché le banche non concedono finanziamenti se non sanno quale sarà il ritorno da qui a un anno. Serve quindi una legge chiara, di lungo periodo e possibilmente con dei meccanismi automatici di riduzione del sostegno alle rinnovabili, che ne accompagni la crescita ancora per qualche anno, fino a quando non saranno in grado di camminare da sole
Forse servirebbe anche un piano energetico nazionale, che finalmente integri lo sviluppo dell'energia pulita in una strategia di sistema, solo così il mercato italiano delle fonti verdi può continuare a crescere, creando valore e occupazione in un periodo di crisi come quello attuale.

Ufficio Stampa:

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