Le imprese italiane dell'eolico proliferano ma fuori dei confini italiani. Infatti, in un solo anno, gli investimenti in nuovi impianti eolici all'estero sono passati dal 30% al 71% mentre, nell'anno in corso, solo il 26% dei megawatt che portano la firma del made in Italy e' stato allacciato alle nostre reti energetiche. A rivelarlo il nuovo Rapporto Irex di Althesys.
Il primo scenario dell'eolico 2011 vede un netto aumento dei player energetici, dal 34 al 58 per cento, e un brusco calo delle aziende ''pure renewable'', dal 52 al 24 per cento, che piu' patiscono gli effetti dei buchi nella regolamentazione.
L'analisi del Rapporto calcola che al 2020 l'energia del vento generera' benefici netti compresi tra 25,9 e 37,3 miliardi di euro al sistema-Paese. La prima cifra e' calcolata con uno scenario generato dal Piano di azione nazionale per le rinnovabili che prevede di toccare i 12.680 megawatt eolici nel 2020.
La seconda su uno scenario ''accelerato'' basato sulle potenzialita' del mercato italiano che puo' arrivare, secondo gli analisti, a 16.000 megawatt, sempre nel giro di dieci anni. La crescita dell'installato oscillerebbe cosi' tra un +119% e un +176%.
Alla voce ''costi'' c'è da considerare gli incentivi pubblici e le carenze infrastrutturali mentre nella voce ''benefici'' rientrano gli effetti sull'occupazione, la riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas serra e inquinanti, gli effetti sul Pil e la riduzione del fuel risk. Interessante, su tutti, il dato dei green job: grazie all'eolico, nel 2020 saranno distribuiti 10,6 miliardi di euro di monte stipendi.
L'eolico in Italia vive una fase di rallentamento complici i nuovi meccanismi incentivanti e l'assenza di alcuni importanti decreti attuativi che generano insicurezza normativa nel settore.Di contro, andare all'estero é attrattivo in quanto permette di ridurre il rischio-paese, di diversificare il portafoglio, di approfittare di maggiori agevolazioni pubbliche.
Fonte : Ansa News
Ufficio Stampa: Sistemi & Qualità
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