Fino ad oggi, infatti, la certificazione era prevista soltanto per le uve e la sola dicitura consentita era "vino ottenuto da uve biologiche". Il settore vitivinicolo era l’unico a cui non si applicava integralmente la normativa comunitaria sulla produzione biologica, che nel 1991, con successive modifiche e integrazioni, dette una base legale al settore.
L'AGRICOLTURA BIOLOGICA
L’agricoltura biologica limita gli interventi sul suolo promuovendo la fertilità naturale, la biodiversità e eliminando gli O.G.M.
L'agricoltura biodinamica è un metodo di coltura caratterizzato da sistemi di produzione agricola sostenibile e nel rispetto dell’ecosistema terrestre considerato come un unico sistema comprensivo di suolo e la vita che in esso si sviluppa.
LE NUOVE REGOLE
Dalla prossima vendemmia, le cantine che intendono utilizzare l’espressione “vino biologico”, riportando obbligatoriamente sull’etichetta il logo biologico dell’UE e il numero di codice del competente organismo di certificazione, dovranno rispettare delle regole precise.
Una delle limitazioni più importanti riguarda i solfiti:
- i solfiti, comunemente usati nel vino come conservanti, servono per prevenirne l’ossidazione. Il massimo è di 100 milligrammi il litro per i vini rossi e 150 per i vini bianchi e rosé, 50 milligrammi in meno per ogni categoria rispetto ai livelli attualmente in vigore per i vini convenzionali. Attenzione però ai vini dei Paesi del Centro e Nord Europa, Francia compresa, che, per la carenza di sole hanno bisogno dei solfiti per stabilizzare il vino, e dello zucchero per alzarne la gradazione alcolica. Per quei vini con un tenore di zucchero residuo superiore a 2 grammi il litro, il taglio dei solfiti sarà solo di 30 milligrammi invece che di 50. Dunque, 120 milligrammi il litro per i vini rossi, e 170 per quelli bianchi e rosè. Un compromesso per contemperare esigenze diverse e far convivere sotto lo stesso ombrello di norme prodotti con caratteristiche differenti.
- Le aziende italiane già adesso utilizzano molto spesso quantità di solfiti inferiori ai livelli stabiliti nel regolamento ma, e qui sta la beffa, non potranno evidenziare in etichetta questa loro qualità. In generale, però, la speranza è che l’Italia ne esca rafforzata, visto che il nostro Paese è primo in Europa per superficie coltivata a vigne biologiche, con 30.341 ettari, seguito dalla Francia (21.403) e dalla Spagna (17.665). A favore del nostro Paese giocherà sicuramente la possibilità di etichettare come bio anche il vino delle annate precedenti, purché, spiega Aiab, l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, «se ne possa dimostrare la conformità alle norme europee, ed in questo senso chi ha il marchio Garanzia Aiab è già conforme».
VINI BIOLOGICI E VINITALY:
Vinitaly, in programma a Verona dal 25 al 28 marzo, aprirà per la prima volta ai vini provenienti da agricoltura biologica e biodinamica, ospitando in un apposito spazio 121 cantine di diversi Paesi, tra cui Francia, Austria e Slovenia. In mancanza di un normativa di riferimento al momento dell’iscrizione, a questi espositori Vinitaly aveva chiesto di sottoscrivere un’autocertificazione molto restrittiva sui metodi di produzione applicati anche in cantina e, alla luce delle prime informazioni, spiegano gli organizzatori, «queste richieste sono in linea o più stringenti di quanto previsto dall’Ue».
Per maggiori informazioni sull'agricoltura biologica:
http://www.spambientepaesaggio.it/settore-agronomico.html
Ufficio Stampa:
Sistemi&Qualità
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