La trasmissione dei dati non è autorizzata dal consumatore e quindi vìola potenzialmente le linee guide Apple sulla privacy, che proibisce alle applicazioni di raccogliere e scaricare informazioni senza il consenso dell’utente.
Apple ha promesso che le app non verranno più pubblicate su App Store se hanno problemi di privacy
I ricercatori hanno comunque aggiunto di aver già contattato LinkedIn, ma la questione va ancora risolta.
Nessuno comunque crede che il social network abbia intenzioni maligne con i dati trasmessi, ma desta preoccupazione il fatto non ci sia ancora un controllo severo su questo genere di cose, perché ritiene inammissibile che un’applicazione venga resa pubblica su App Store e, nonostante tutti i controlli del caso, ancora riesca a trasmettere dati privati a insaputa dell’utente. Specialmente se questa caratteristica non è in linea con la funzione primaria dell’app.
Interpellato dal New York Times, un portavoce di LinkedIn ha spiegato che la trasmissione dei dati viene utilizzata in modo che le informazioni trasmesse su un dato appuntamento si raccolgano ai dettagli su chi si sta incontrando, così da poter cercare di “conoscere” meglio l’interlocutore. Si attende invece in merito ancora una risposta da Apple. Ed un qualche intervento, in termini di comunicazione o di correzione, che rimetta in ordine la situazione.
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