giovedì 19 dicembre 2013

Geotermia a Roma: SCOPRI la piu' grande centrale ad uso abitativo



Roma ospita la centrale geotermica ad uso abitativo più grande d'Europa: si trova nel “Rinascimento Terzo”, complesso residenziale tra la Nomentana e la Salaria, proprietà del Gruppo Mezzaroma, e già da due anni è in grado di servire 266 appartamenti. A lavori conclusi questo sistema di ultima generazione alimenterà 20 edifici alimentati, con circa 950 appartamenti, per un totale di circa 3.000 abitanti. Sono cifre senza paragoni sia in Italia che in Europa, se si considera che finora le centrali geotermiche hanno servito solo piccoli complessi residenziali.

Gli appartamenti del complesso vengono riscaldati e raffrescati attraverso un campo di geoscambio composto da 190 geosonde che raggiungono i 150 metri di profondità, senza interferire con la falda acquifera: il funzionamento del sistema si basa sullo scambio termico di un fluido a temperatura esterna (acqua) con la temperatura costante del terreno che, come noto, è più fresco in estate e più caldo d’inverno rispetto all’esterno.

La geotermia permette di fornire la quasi totalità del fabbisogno energetico necessario dal terreno, che durante l’inverno cede calore e nel periodo estivo lo assorbe. In questo modo al Rinascimento Terzo si è riusciti a utilizzare, come principale fonte rinnovabile di energia per la climatizzazione, la capacità di accumulo termico del terreno; nel contempo una parte cospicua dell’energia termica viene prodotta senza utilizzare l’energia elettrica.

Insieme a un gruppo di cogenerazione a biomassa (olio vegetale), la centrale geotermica ha consentito di raggiungere un quantitativo energetico prodotto da fonte rinnovabile pari a 7.040 MWh/anno: dal momento che il fabbisogno energetico complessivo di energia primaria si attesta sui 10.873 MWh/anno, al Rinascimento Terzo il 64,7% del fabbisogno energetico complessivo di energia primaria viene prodotto attraverso fonti rinnovabili. Calcolato sui primi due anni di funzionamento, il risparmio economico in bolletta è di circa il 40% rispetto a edifici di analoghe caratteristiche dimensionali che non utilizzano energia da fonti rinnovabili; il fabbisogno energetico di questi appartamenti si traduce in un costo medio in bolletta di 1.770 euro l’anno, mentre per gli inquilini del Rinascimento Terzo questa spesa si aggira sui 1.000 euro.

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venerdì 13 dicembre 2013

INQUINAMENTO E TRASPORTO PUBBLICO : L’ITALIA E’ UN DISASTRO



C’è un filo sottile che lega la riduzione dell’inquinamento ed il trasporto pubblico:  migliorando il trasporto pubblico si potrà ottenere un buon risultato in termini di riduzione dell’inquinamento, questo è quello che emerge dal rapporto di legambiente.
 
Scegliere il trasporto Pubblico vuol dire contribuire a ridurre le emissioni nocive, ma purtroppo scegliere il trasporto pubblico vuol dire affidarsi al destino…sappiamo quando si parte e non si conosciamo l’orario di arrivo.

Per dare un contributo in termini di chiarezza LEGAMBIENTE  ha tracciato i confini delle 10 linee ferroviarie italiane ritenute assolutamente insufficienti invitando Governo e Regioni, alla luce dei dati raccolti, a fare di più per garantire servizi migliori.

Riduzioni delle corse, lentezza, disservizi e sovraffollamento contraddistinguono negativamente le 10 linee pendolari prese in esame dal documento di Legambiente realizzato nell’ambito della campagna PEndolaria dedicata alla mobilità green e ai diritti dei viaggiatori.
“Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare la situazione diventa ogni giorno più difficile – dichiara il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Eppure di quella che è una vera e propria emergenza nazionale, la politica non sembra intenzionata a occuparsi. Negli ultimi anni il servizio in larga parte delle Regioni è andato peggiorando per la riduzione delle risorse e l’incertezza sul futuro, per cui i treni sono sempre più affollati, spesso in ritardo e con le solite vecchie carrozze

Per chi si muove in treno ogni giorno la situazione è spesso disperata, con le situazioni peggiori che si vivono in Campania, Veneto, Piemonte, Lazio.

La classifica delle linee peggiori mette in fila le tratte “della vergogna”, partendo dalla Circumvesuviana che in 2 anni ha ridotto del 40% le corse nonostante l’aumento degli utenti. Stessa situazione per la Roma-Nettuno: 52 km di tratta che per 20 km si snoda su un unico binario, situazione che porta a ritardi cronici e alla soppressione di numerose corse. 






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