Quattro citta' italiane hanno un piano energetico approvato dall'Ue, 28 citta' hanno adottato buone pratiche, e 24 sono in 'sospeso' per ritardi.Questo, in sintesi, il quadro che emerge da 'Clima in comune 2011', il monitoraggio di Legambiente sui piani e le buone pratiche delle amministrazioni italiane, presentato in occasione di 'M'illumino di meno', la giornata dedicata al risparmio energetico.
Tra le citta' che hanno firmato il Patto - spiega Legambiente - ''solo Genova (la prima), Torino, Avigliana e Maranello hanno il Piano di azione per l'energia sostenibile''. Ci sono anche citta' che, pur firmando il Patto, non hanno poi fatto niente: a guidare questa classifica, Milano. Tra i 24 ritardatari, temporaneamente sospesi dalla Commissione Ue, ci sono Abano Terme, Arzignano, Brendola, Campiglia dei Berici, Casola di Napoli, Cremona, Rossano. Mentre Roma e' a rischio sospensione per scadenza dei termini, riferisce Legambiente. In generale aumentano le buone pratiche: per esempio, a Salerno la raccolta domiciliare dei rifiuti; l'Agenzia CasaClima di Bolzano che si occupa di certificazione energetica degli edifici; l'azienda Usl di Rimini per il miglioramento della sostenibilita' di quattro ospedali; il comune 100% rinnovabile di Sluderno. Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, ''il patto dei sindaci e' anche uno strumento concreto contro i cambiamenti climatici'' che vanno combattuti ''principalmente nelle aree urbane''.
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