Costa Concordia, la situazione si aggrava.
Al dramma delle vittime e alla preoccupazione per i feriti, si aggiunge l’allarme per il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Santuario dei Cetacei, area protetta di interesse internazionale.
Nelle cisterne della nave ci sarebbero quasi 2.400 tonnellate di carburante, inutile dire che
in caso di sversamento dell’intero contenuto, secondo l’associazione Greenpeace la rovina sarebbe otto volte più grave della perdita del portacontainer greco Rena, incagliatosi a ottobre in Nuova Zelanda, che ha ucciso circa 20mila uccelli marini e inquinato decine di chilometri di costa.
LA CRONACA
La nave italiana, una delle più grandi della flotta Costa Crociere, venerdì ha cominciato a imbarcare acqua dopo aver urtato uno scoglio procurandosi uno squarcio di oltre 70 metri.
Dopo la mezzanotte è arrivato l’ordine del comandante di evacuare la nave, che si è adagiata su un fianco.
CARBURANTE, VERNICI, FOTOCAMERE E TELEFONINI
Oltre al carburante, l’impatto ambientale del naufragio conta anche tonnellate di altre sostanze pericolose come lubrificanti, vernici, sostanze clorurate e amianto, nonché gli oggetti degli oltre 4000 passeggeri, alcuni dei quali particolarmente nocivi: basti pensare alle batterie di telefoni e fotocamere.
Questa situazione pone due ordini di rischi: un primo, relativo al carburante, per il quale è stato predisposto già un piano d’intervento dal Ministero dell’Ambiente, il che però non impedirà a una parte degli oli di penetrare nella catena alimentare con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare. E poi c’è il danno all’ambiente marino: tanto per fare un esempio, l’ombra prodotta da una nave di quasi 300 metri per 35 ha grande influenza su specie che hanno bisogno di luce.
Fonte:
http://www.ecofriends.it
Scritto da:
UFFICIO STAMPA S&Q
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