martedì 1 marzo 2011

scontro PRESTIGIACOMO-ROMANI sulle Energie Rinnovabili

E' scontro sul decreto in materia che sara' in discussione nel preconsiglio dei Ministri di domani, contro il quale hanno manifestato ambientalisti e aziende.

Proprio sul fronte energia il premier, Silvio Berlusconi, rilancia il nucleare accusando ''l'ecologismo di sinistra'' se in Italia l'elettricita' si paga il 48% in piu' rispetto alla Francia. ''Subiamo oggi - spiega Berlusconi - quello che abbiamo ereditato dalle scelte di chi ha negato all'Italia la possibilita' di dotarsi di energia nucleare''. ''Il risultato - aggiunge il premier - e' che tutta l'energia che consumiamo la paghiamo piu' del 30% in piu' rispetto al resto d'Europa. La Francia si e' dotata di 85 centrali nucleari sicurissime e pensate che quando si deve decidere dove costruirne una, scatta la competizione tra i comuni perche' le centrali portano lavoro e sono ipersicure''.

Stefania Prestigiacomo,ministro dell'Ambiente, afferma "Avanti con le rinnovabili e avanti col nucleare perchè tra queste due forme di energia non c'e' contrapposizione'' e precisa: "sulle rinnovabili non c'e' nessuna marcia indietro manterremo gli impegni europei''. Ad animare il dibattito e' la proposta di Decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE relativa alla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Ora il rush finale per il via libera entro questa settimana. Provvedimento che ha portato in piazza ambientalisti (in prima linea Legambiente, Wwf Italia, e Greenpeace, Kyoto club) e mondo delle aziende e dei produttori (tra cui Assosolare, Aper, Asso energie future, Anev, Grid parity, ReFeel) che, davanti al ministero dello Sviluppo Economico, hanno tenuto una conferenza stampa contro quello che chiamano decreto 'blocca-solare'.

Il risultato del decreto, secondo le associazioni e gli imprenditori delle rinnovabili, sarebbe uno stop agli incentivi che inciderebbe anche su quegli impianti in attesa dell'allaccio alla rete con ''conseguente perdita dell'investimento'', oltre che su quelli in fase di progettazione che non avrebbero i finanziamenti dalle banche. C'e' inoltre il capitolo occupazione: senza il piano incentivi, produttori e associazioni parlano di un ''crollo per il fotovoltaico con oltre 120.000 posti lavoro a rischio''.
I punti principali del provvedimento sono tre: stop agli aiuti dal gennaio 2014 oppure al raggiungimento del 'tetto' al fotovoltaico a 8.000 megawatt (che secondo gli ambientalisti avverra' gia' dall'estate prossima); taglio retroattivo del 30% per gli incentivi per l'eolico; sistema di aste al ribasso per i nuovi impianti. A spiegare l'operazione il ministro dello Sviluppo Economico, Romani: ''Bisogna interrompere un meccanismo'' di incentivazione all'energia rinnovabile che ''e' costato 20 miliardi di euro tra il 2000 e il 2010 agli italiani'' in cambio del 4,5% di energia prodotta. ''Noi - sottolinea ancora Romani - siamo un paese prevalentemente manifatturiero, molte aziende pagano l'alto costo dell'energia e il costo delle rinnovabili e' sulle spalle dei cittadini italiani''.
Il clima è teso, le posizioni sono chiare..ora rimane solo da vedere come finirà la disputa!

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