lunedì 11 novembre 2013

EOLICO OFF SHORE: FACCIAMO CHIAREZZA



Cerchiamo con questo articolo di rispondere a molte richieste che ci arrivano circa impianti eolici off shore, in Italia e nel mondo.

DEFINIZIONE
Eolico Offshore è la definizione data per quegli impianti eolici installati a diverse miglia dalle coste per sfruttare l’esposizione alle correnti, sicuramente maggiori e più forti rispetto a quelle presenti sulla terra ferma.
L'energia eolica è la conversione dell'energia del vento in una forma utilizzabile di energia, generalmente grazie all'utilizzo di aerogeneratori che producono energia elettrica.
Grandi parchi eolici sono costituiti da centinaia di singoli aerogeneratori collegati alla rete di trasmissione di energia elettrica
L'eolico off-shore è più stabile, fornisce più energia e possiede un minor impatto visivo, tuttavia i costi di realizzazione e manutenzione sono notevolmente più alti.


EOLICO OFF SHORE IN ITALIA
Anche se i mari del Nord e in generale gli oceani beneficiano di un maggiore disponibilità eolica, tuttavia anche il nostro paese ha un interessante potenziale.
In totale, l'Italia dispone di ben 11.686 km² di superficie marina adatta all'eolico offshore; le zone ideali sono soprattutto quelle dell'Italia centro-meridionale, con in testa la Puglia.
Nonostante questo però l’eolico offshore raramente ha conquistato gli onori della cronaca verde in Italia, anche perchè ci sono rilevanti difficoltà soprattutto ai costi elevati d’investimento (e la stretta al credito dovuta alla recessione economica peggiora la situazione) e alla mancanza di collegamenti sottomarini in alta tensione con cui unire le turbine alla terraferma.


OFFSHORE IN EUROPA
Il 2013 è iniziato bene per l'eolico off-shore europeo: nei primi 6 mesi si è già installato oltre 1 GW di potenza, circa il doppio rispetto allo stesso periodo del 2012 e quasi quanto si è realizzato nell'intero anno passato. Ma dal punto di vista finanziario le difficoltà non mancano e l'incertezza normativa non aiuta.Il dato, sintetizzato dal grafico sotto, arriva dall'ultimo report semestrale dell'EWEA, l'associazione europea dell'eolico (vedi allegato in basso). Dal 1  gennaio al 30 giugno si sono installate 277 nuove turbine in mare, per 1.045 MW di potenza. E' appunto circa il doppio rispetto al primo semestre 2012, quando le installazioni erano arrivate a 523,2 MW.
A incidere sono soprattutto le installazioni britanniche: con 146 turbine il Regno Unitoin 6 mesi ha connesso 514 MW di nuova potenza; gran parte sono le turbine del parco eolico in mare più grande del mondo, il London Array, inaugurato da poco. Altri 98 aerogeneratori per una potenza di 353 MW sono stati installati in Danimarca, mentre l'altro paese che più puntando sull'eolico offshore, la Germania, ha connesso 21 turbine per 105 MW di potenza.
Tra i produttori, Siemens resta il maggiore: l'83% delle macchine installate in questi 6 mesi è uscito dai suoi stabilimenti. Bard ha una quota del 7% su queste nuove installazioni e RE Power il rimanente 7%. Per quel che riguarda gli sviluppatori, Dong è il più importante con il 40% delle nuove installazioni, segue E-On con l'11% e il fondo pensionistico danese con il 10%.

OFFSHORE NEL MONDO

L’eolico diede prova di forza in Giappone, quando lo tsunami del marzo 2011 causò un lungo black out e danni ingenti anche alle infrastrutture energetiche. Dopo il passaggio dell’onda a resistere e continuare a produrre energia fu proprio un impianto eolico e forte di questo esempio il Giappone ci riprova e avvia un nuovo parco offshore a 20 chilometri di distanza dalla costa di Fukushima.
 La fattoria del vento di Fukushima Dai-Ichi punta ad ottenere un Gigawatt di potenza istallata sfruttando le 143 turbine, istallate dove il mare è profondo ben 120 metri, che ridaranno energia ad una delle aree maggiormente danneggiate dall’onda devastatrice.
Il progetto oltre che dare energia al paese punta a contribuire all’abbandono progressivo del consumo di combustibili fossili e ridurre di conseguenza il rischio di nuovi incidenti nucleari e abbassare al contempo la quantità di emissioni inquinanti prodotte e rilasciate.
Dopo il disastro tutti i 50 reattori giapponesi sono sotto controllo e seguono la nuova normativa con la prospettiva di riavviare presto almeno 14 dei reattori chiusi a seguito dell’incidente. “Ci stiamo muovendo un passo alla volta. Questo parco eolico è un simbolo del nostro futuro”, ha detto Yuhei Sato, governatore della prefettura di Fukushima.
Il Giappone sta portando avanti importanti investimenti che nel campo delle rinnovabili e sta dando spazio alla ricerca nel campo dell’eolico galleggiante per sfruttare le acque profonde che lo circondano visto che le turbine senza fondamenta sono la migliore soluzione per le caratteristiche del mare giapponese.


PER MAGGIORI INFORMAZIONI:  www.sqingegneria.com

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